Scrive nella quarta di copertina CHAT GPT: “Il nuovo libro di Valentina Tanni [Exit reality] […] dissolve i confini tra l’umano e il digitale, aprendo porte verso nuovi mondi inesplorati.” Se non possiamo controllare niente-o quasi-della realtà che ci circonda, immersi in un mondo che sembra lanciato a tutta velocità verso il baratro ecologico e sociale, non resta che provare ad andare oltre, alla ricerca di nuove sensazioni, di spazi mentali abitabili, di vibrazioni. Viaggi verso diversi stati di coscienza, attraverso video, musiche, immagini lisergiche.
Si dice che questa cablatura digitale induca, soprattutto nei più giovani, una trasformazione dell’agire quotidiano, dei desideri, del rapporto con la realtà, delle relazioni sociali, cui farebbe seguito un elevato grado di esteriorità, di superficializzazione, di escapismo nel fantastico, come reazione di difesa ad un mondo giunto al collasso. Un brodo di coltura per l’emergere di meccanismi alternativi di interpretazione della realtà, per il sorgere di varie fedi iperindividualiste, per la diffusione di ‘virus mentali’, per epidemie di meme, che si impiantano nell’inconscio collettivo, nate da cockytail di memetica, religione, magia e psicologia delle masse: tipo ‘Pepe the frog’, simbolo vincente della destra trumpiana, oppure ‘Tibúrcio’, lo gnomo volante, amabile e minaccioso, che evoca sensazioni contrastanti.
Se il cocktail è a base di esoterismo, horror, fisica quantistica e gaming, ‘noclippando’ cioè attraverso modalità di gioco (videogame) che permettono di rimuovere gli ostacoli, di attraversare muri, oggetti, si arriva nelle cosiddette ‘Backrooms’ o ‘stanze sul retro’, filone narrativo discendente dal genere creepypasta, dove creepy sta per raccapriccinate, pauroso, paste per in colla (copia e incolla), labirinti simbolici, spazi liminali, caratterizzati da ” ‘un fallimento di presenza’: luoghi normalmente affollati, appaiono innaturalmente vuoti”, per un verso ammalianti, per un altro capaci di evocare antiche paure. Kenopsia, si chiama “l’atmosfera inquietante e desolata, di un luogo che di solito è pieno di gente ma che ora è abbandonato e silenzioso”. Incubi contemporanei, in cui non bisogna intrattenersi troppo a lungo, pena la perdita definitiva del contatto con la realtà. Se invece il cocktail, è fatto di esoterismo, di antiche tradizioni spirituali, di pratiche meditative come il sogno lucido, di psicologie, di credenze magiche, si hanno: meme magic, tulpamancy, manifesting, lucid dreaming, quantum jumping, reality shifting, corecore….
Queste sono alcune delle estetiche di internet, di cui Valentina Tanni parla nel libro, una particolare forma di arte contemporanea, per innescare viaggi mentali oltre la soglia.
In questi tempi senza speranza, le persone si aggrappano anche a cose che forse non si sarebbero mai sognati di considerare. E’ il caso della ‘tulpamanzia’. Forti della convinzione che la nostra mente se adeguatamente allenata è in grado di cambiare, di shiftare la realtà. Il primo step consiste nell’immaginare quanto più dettagliatamente possibile una cosa che si desidera avvenga, in questo caso un piccolo compagno di vita, così la mente come una stampante 3D, crea un tulpa (incarnazione o emanazione) termine che nasce in Tibet, per indicare un essere che nasce dal pensiero, cioè un essere vivente entità/compagno mentale/creazione magica. Ispiratrice dei moderni tulpamanti è Alexandra David –Nèel, la prima donna europea ad entrare a Lhasa: ne parla nelle ultime pagine del libro intitolato “Mistici e maghi del Tibet”(1929).
Stare cronicamente online, nella cosiddetta ‘battlestation’, posto di combattimento, ha degli effetti collaterali: “ Ricordo che in molte occasioni, dopo aver giocato per 17 ore al giorno mi sono guardato allo specchio e ho provato terrore […] Passando così tanto tempo nei giochi, mi sentivo come se mi stessi fondendo con loro, non so se mi spiego. La mia identità era così persa che praticamente mi sembrava di non esistere al di fuori del gioco.”
La mistica del viaggio in auto di notte
“Una tranquilla notte a caso negli anni ’80. Sei un bambino. Sei seduto sul sedile posteriore di un’auto che viaggia sulla strada. Non può succedere niente di male, perché alla guida c’è tuo padre e tu stai tornando a casa. Appoggi la testa sul sedile e guardi il cielo e le luci della strada che passano davanti al lunotto. La mamma accende la radio. Parte una canzone. Non è vecchia, ma ti fa sentire nostalgico.” Borkug, commento di You Tube, 2020
Il viaggio notturno in automobile, è utilizzato per descrivere le sensazioni che la musica ‘vaporwave’, tende a far emergere: a volte da soli, accompagnati soltanto dal paesaggio che scorre veloce fuori dal finestrino, altre volte insieme ai propri genitori, in un ricordo di infanzia, magari mezzo addormentati sul sedile posteriore.
“Questa musica mi ricorda i lunghi viaggi notturni in auto, partendo o tornando a casa, ascoltando canzoni alla radio, giocando a giochi a caso sulle mie…consolle…e aspettando con ansia di arrivare a destinazione. E’ così rilassante. Così stranamente familiare” NTMonsty, commento di YouTube, 2021
Sensazioni di scorrimento, che pongono l’accento sul sentire, sulla capacità che determinati contenuti hanno di evocare umori speciali, l’atmosfera perfetta. “Parole come mood (umore, atmosfera) e vibe (vibrazione) energia, (sensazione) ricorrono nel linguaggio delle generazioni cresciute online, che hanno imparato ad assemblare e manipolare vari contenuti per evocare e trattenere memorie e stati d’animo.” Questi piccoli racconti di viaggi notturni in auto scritti dalla ‘gioventù di Internet’, tendono verso una dimensione nostalgica, immaginifica, di una infanzia piena di incanto: desiderio di sentirsi al sicuro, protetti- non può accadere nulla di male-mentre il mondo là davanti scorre, un po’ lontano, sullo sfondo della notte. Nostalgia che ha una dimensione utopica, l’ambizione di trascendere i limiti dello spazio e del tempo, sfruttando la capacità della mente umana di proiettarsi altrove, desiderio di trascendenza…tensione verso l’infinito.
‘’Tutto ciò che è solido si dissolve nell’aria’- da un passaggio del Manifesto del Partito Comunista di Marx e Engels”, concetti, immagini che la vaporwave (degli anni Dieci) sembra veicolare. Siamo come intrappolati in un gigantesco centro commerciale, circondati da infinite forme di intrattenimento, disillusi dalla politica, fusi con la tecnologia, ossessionati dalla stimolazione sensoriale, nostalgici fino al midollo. E’ il vaporwave: la colonna sonora di un sabato pomeriggio dei tardi anni Ottanta trascorso al centro commerciale, la musica indugia in lunghissimi loop, il tempo ci giunge distorto, attutito, glitchato, apre a stati introspettivi e meditativi, ricorda quel senso di solitudine romantica che prova una persona che vive in una piccola stanza, da sola in una grande città, un trampolino di lancio per decollare…
Tanni Valentina, Exit Reality, Nero, 2023, Poznań-p.210, euro 22
Gian Luca Garetti
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