Affitti alle stelle, Firenze si prepara a superare Milano

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Nel 2023 Firenze ha registrato aumenti dei prezzi di affitto tali da risultare la città italiana con i maggiori rincari. Non solo, la previsione per il 2024 è che Firenze diventerà la città italiana più cara dove prendere casa in affitto.
Secondo l’International Rent Index pubblicato da Housing Anywhere, piattaforma europea di affitti a medio termine, nel quarto trimestre del 2023 Firenze ha visto una crescita dell’11,9% per gli appartamenti (1.600 euro), del 13,2% per le camere (600 euro) e del 18,3% per i monolocali (1.065 euro). La previsione per il 2024 è invece stata diffusa da Immobiliare.it Insights che utilizza un algoritmo in grado di prevedere i prezzi al metro quadro sia per la vendita che per gli affitti. Firenze secondo quest’ultima ricerca passerà dai 24,5 euro al metro quadro attuali a 28,90 superando Milano.

 

 

Mentre gli affitti diventano inaccessibili anche per la fascia media della popolazione, la città resta al centro di appetiti internazionali. Oltre alle numerose holding citate in A chi fa gola Firenze, negli ultimi due anni sono arrivati i tedeschi e gli austriaci di Ruby Hotels in piazza della Libertà, il gruppo immobiliare israeliano Omnam a villa Camerata che da ostello per tutte le tasche diventerà “un ricercato gioiello” come lo definisce la nuova proprietà, oppure Public Investment Fund, il fondo sovrano arabo, che ha rilevato il 49% della società di hotel di lusso Rocco Forte Hotels da Cdp e da un ramo della famiglia Forte. 

Ovvio che gli appetiti internazionali contribuiscano a far schizzare i prezzi degli immobili alle stelle, lo stesso vale per gli affitti turistici brevi che sono ormai dilagati bel oltre il centro storico.

In questo risiko globale chi lavora, studia e vive a Firenze è la parte più debole, costretta ad allontanarsi dalla città dagli affitti alle stelle, dalla carenza di case popolari e di edilizia residenziale sociale, da stipendi rimasti al palo e da un settore turistico in netta ripresa ma capace soltanto di creare lavoro povero e precario. 

In vista della prossima campagna elettorale l’ossessione securitaria si delinea già come uno dei temi centrali, mai però affrontata nella sua declinazione sociale. Come potrebbe mai una politica impegnata nell’attrarre gli investimenti immobiliari dei grandi gruppi internazionali favorire la residenza delle fasce sociali più fragili e povere?

Una campagna pubblicitaria ultimamente molto insistente sui social promuove Invest in Tuscany, la campagna di Regione Toscana parallela a Invest in Florence del Comune di Firenze, che per attrarre investitori elenca nella pagina Real Estate una serie di proprietà pubbliche in vendita. Solo nel Comune di Firenze e nelle zone limitrofe ci sono gli ex-sanatori Banti e Luzzi rispettivamente a Vaglia e Sesto Fiorentino, le Gualchiere di Remole a Bagno a Ripoli, l’ex caserma Redi in via Cherubini nei bellissimi spazi di un convento domenicano e Villa Pepi a Careggi. 

Una serie di occasioni perse e di edifici pubblici che potrebbero essere destinati a rendere Firenze più vivibile, ma il fatto che le vetrine immobiliari degli enti pubblici siano sempre pronte a destinare questi spazi al mercato  dimostra chiaramente una visione della città e del territorio in perfetta continuità con quelle politiche che hanno portato alla situazione attuale.

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