I Cittadini Attivi di Firenze per la rinascita del Convento detto di San Paolino

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L’Italia ha un immenso patrimonio legato alla Chiesa, oggi a rischio da una parte di abbandono e collasso, dall’altra di svendita e sfruttamento speculativo. Questo patrimonio:

1) ha una natura non privatistica e non commerciale, che per credenti e non, riguarda gli aspetti più profondi del nostro esistere in questo mondo

2) è stato costituito dalle donazioni dei Cittadini Attivi dei secoli passati

Il patrimonio religioso e artistico di Firenze è diventato giustamente patrimonio dell’umanità: Firenze è anche Florence.

Però questo patrimonio è diventato anche merce, innescando meccanismi perversi di overtourism, di perdita di identità, di sfratti.

Nel Quartiere di Santa Maria Novella, si trova l’antico complesso detto di San Paolino.

Il Convento fu un Bene Comune, voluto dai cittadini della Repubblica Fiorentina perché fosse luogo di preghiera, di accoglienza dei viandanti e dei poveri, e di vita comunitaria, ad esempio come luogo di riunione della Compagnia dei Cuoiai.

Dopo le soppressioni, una parte del Convento fu recuperata dall’Ordine; mentre la maggior parte è finita nelle mani di una multinazionale che ne ha fatto un albergo slegato dalla vita del rione e dalla vocazione storica del complesso.

Il Convento “recuperato” – che il Priore del Convento, Padre Antonino, definì felicemente “un presidio di fede, di cultura e legalità” purtroppo ha visto azzerarsi il numero di frati.

Esiste un progetto interessante per far rinascere il Convento, che potrebbe salvare questo spazio dal doppio rischio, o di abbandono e degrado, o di speculazione immobiliare.

La Pneuma Art Foundation, con sede a Miami negli Stati Uniti, ha lanciato una proposta che spezza la logica della svendita e riunisce Firenze con Florence. Una proposta fondata su:

1) La salvaguardia della vocazione del Convento come luogo di spiritualità

2) La creazione di spazi che permetterebbero ad artisti di scuola “antica, rinascimentale e barocca” di lavorare, nella tradizione delle botteghe storiche

3) Un centro civico aperto al Rione con tutte le sue difficoltà e speranze

4) La cura professionale del restauro delle opere d’arte

5) Un progetto di fattibilità economica – attraverso donatori e la partecipazione di un’università statunitense – che evita di cadere nella logica degli studentati a scopo di lucro: gli studenti ammessi saranno allievi di bottega degli artisti

Noi ci auspichiamo che l’Ordine dei Carmelitani Scalzi accolga la proposta della Fondazione Pneuma, che potrebbe diventare un modello per la salvaguardia dei beni ecclesiastici di tutta Italia, e ci rendiamo disponibili a mettere le nostre competenze personali e professionali al servizio del progetto stesso.

La decisione spetta ovviamente ai legittimi proprietari, ma crediamo che coinvolga anche le istituzioni, per le caratteristiche dell’area in cui è collocato il complesso di San Paolino.

Situazioni simili si riscontrano in altre zone del centro storico, si pensi a esempio a Costa San Giorgio, al Convitto della Calza, o agli spazi annessi alla chiesa di Santo Spirito. In quest’ultimo caso è da segnalare in positivo la resistenza di padre Pagano e degli Agostiniani per contrastare l’operazione speculativa in corso perché il Monastero possa “continuare la propria missione educativa, svolta fin dagli inizi del XIV secolo…”.

Nel nostro caso però c’è di peggio: la perdita di San Paolino inciderebbe ulteriormente in senso negativo in un’area con riconosciuti e gravi segni di degrado, con due buchi neri che ne hanno aggravato negli ultimi anni le difficoltà: la chiusura a tempo indeterminato del cinema Fulgor in via Finiguerra e dell’ospedale San Giovanni di Dio in Borgo Ognissanti.

E’ questa un’area che ha estremo bisogno di interventi per ricostruire una comunità con legami identitari e spazi che favoriscano la partecipazione attiva alla vita della città e il mantenimento della residenza.

Comitato Cittadini Attivi per San Paolino

sanpaolino@proton.me

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