Firenze: le sorprendenti (vecchie) idee della Soprintendente

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Dalle pagine de Il Tirreno la Soprintendente Antonella Ranaldi racconta la propria visione di Firenze, visione di cui avevamo già avuto assaggi in altre interviste. Sarebbe stato auspicabile aspettarsi un’idea di città diversa rispetto a quella dell’amministrazione comunale e del governo regionale, invece la “città universale, cosmopolita nel segno dell’arte” non è altro che l’ennesima riproposizione della Firenze data in pasto, pezzo dopo pezzo, ai grandi fondi immobiliari e alle multinazionali. Nuova pista dell’aeroporto, isole fluttuanti sopra l’Arno e tunnel al di sotto, verde solo a scopo ornamentale per i grandi eventi, edifici storici da destinare all’accoglienza turistica o a studentati internazionali: una città del futuro che non si discosta da quella del presente, perfettamente in linea con i desideri dei grandi speculatori e padroni del mondo.

Cominciamo con il verde immaginato come transitorio da mostrare in occasione di grandi eventi e manifestazioni, ‘allestimenti a tema verde’ che sempre nell’idea della Soprintendente dovrebbero servire a rendere più piacevoli gli invasivi dehor del centro storico. In una fase di cambiamento climatico – a fine ottobre stiamo superando i 20 gradi – reduci da un’estate caldissima in cui le ondate di calore, secondo i report del Lamma, si sono quintuplicate rispetto a 70 anni fa, la riflessione sul verde urbano meriterebbe di essere trattata in maniera molto più seria. Il verde in città non dovrebbe essere immaginato come decorativo ma come elemento fondamentale per mitigare il caldo. Invece con la benedizione della Soprintendente si abbatteranno 400 alberi per la tranvia che attraverserà le Cure per arrivare a Rovezzano. Nuove isole di calore si creeranno in zone come il viale dei Mille dove finora le alberature avevano garantito un po’ di sollievo.

Conoscevamo già la posizione della Soprintendente a favore della nuova pista di Peretola e della copertura del tetto con le vigne, ipotesi bizzarra al momento tramontata. La contrarietà di buona parte della cittadinanza e dei comuni più coinvolti semplicemente non interessa, non esiste. Non solo, in una città che sta soffrendo sotto il peso delle eccessive presenze turistiche la nuova pista farebbe sbarcare a Firenze 6 milioni di passeggeri l’anno. Giusto per dare un’idea il primo semestre del 2024 ha visto un numero record di sbarchi di 1,6 milioni. Con la nuova pista sarebbero il doppio. Colpisce che proprio dopo un’estate in cui il tema del turismo è esploso in tutta la sua problematicità da Santorini a Ibiza, fino a San Barth in Uk non ci si ponga minimamente il problema dell’effetto su Firenze e su chi ci vive e lavora di questa vera e propria invasione di turisti.

Tornando al tema dei cambiamenti climatici lo scorso novembre la piana tra Firenze e Prato ha visto piogge eccezionali culminate con l’alluvione di Campi Bisenzio e di numerose zone di Prato, proprio nell’area dove dovrebbe sorgere la nuova pista i campi si sono riempiti d’acqua. I due chilometri della nuova pista e le nuove infrastrutture andrebbero a cementificare una zona che fa da cassa di espansione al Fosso Reale che verrà tombato. Perché pensare ad una vigna o chissà quale altra assurdità sul tetto di un edificio, invece di tutelare il terreno sul quale insiste?

Sorprendente anche la grande soddisfazione per i lavori all’ex ospedale di via Sangallo e per il progetto di Costa San Giorgio. C’è da essere soddisfatti per la realizzazione di strutture ricettive in edifici storici, luoghi pubblici venduti a speculatori internazionali con molta liquidità a disposizione? A Firenze non servono altre strutture ricettive, servirebbero luoghi dove si possa fare cultura, dove si possa incontrarsi senza dover essere consumatori, spazi per i giovani e per i meno giovani. Non bastano gli scippi dell’ex ospedale militare di Via San Gallo, delle Poste di via Pietrapiana e delle OGR, solo per nominarne alcune; Ranaldi propone per il complesso monastico di San Gaggio in via Romana, che non ha ancora una destinazione precisa, ‘accoglienza turistica alternativa ai grandi alberghi e agli affitti brevi, con prezzi medi’ oppure ‘uno studentato per i turisti internazionali’. Non per gli studenti dell’Università di Firenze che non trovano stanze e appartamenti a prezzi abbordabili, ma una struttura che si aggiungerebbe probabilmente agli 11 studentati privati già presenti in città.

Chiudiamo con l’Arno, immaginato con un’isola flottante sopra e un tunnel sotto. Tunnel al solito destinato ai turisti che già affollano la superficie della città mentre l’isola dovrebbe ospitare eventi estivi. Immaginiamo che con la vendita di tutti gli edifici pubblici ai privati non restino altri spazi per realizzare eventi culturali.

Se la frequentazione degli stranieri è una ricchezza che va valorizzata, ci chiediamo che posto ci sia in questa città universale per coloro che ci vivono, lavorano e studiano. Una città che a breve in molti non potranno più permettersi, proprio a partire da quei lavoratori del settore dell’accoglienza e della ristorazione pagati poco e spesso al nero.

Non avevamo bisogno dell’ennesima visione padronale e colonialista di Firenze, le proposte alternative ci sono, basterebbe mettersi in ascolto.

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perUnaltracittà

All'opposizione in Consiglio comunale a Firenze dal 2004 al 2014, la lista di cittadinanza perUnaltracittà è poi diventata laboratorio politico per partecipare alle vertenze sul territorio e dare voce alle realtà di movimento anche attraverso la rivista La Città invisibile.

4 commenti su “Firenze: le sorprendenti (vecchie) idee della Soprintendente”

  1. Ottimo articolo, la soprintendente è evidentemente l’ennesima complice di tutta una schiera di speculatori che ha fatto di questa città un contenitore per turisti.
    Purtroppo questi articoli li legge solo chi già sa, chi non vuol sapere continua a non voler sapere …. due binari paralleli dove chi ha la locomotiva è chi non vuol sapere e fa gli interessi suoi e delle multinazionali per cui lavora. La cosa che più mi ha sbigottito è la distruzione degli alberi di viale dei 1000 e lo sventramento delle cure – spero non si avvererà.

  2. Giovanni Falaschi

    D’accordissimo su tutto quello che scrive la De Zordo. Purtroppo sono sconcertato dalle posizioni di questa soprintendente. Dovrebbe trasferirsi in piazza Dalmazia per godere del piacere che fa la tramvia. Se ha dei figli spero che trovino lavoro come rider o in una pizzeria. E al nero, come tanti altri.

  3. si, va beh ma tanto nessuno ci presta attenzione. che tristezza. del resto avevano approvato l’aranceto di via cavour…

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