Nei giorni scorsi abbiamo appreso che la Regione Puglia ha sollevato delle motivate perplessità sul progetto di “Extra Luxury resort La Maviglia”, previsto nel comune di Maruggio in provincia di Taranto e presentato dalla società immobiliare svizzera Ultimate Collection ltd come uno dei dieci migliori resort del mondo!
Ne abbiamo già parlato in un precedente articolo “Luxury resort e campi da golf in Puglia: il caso della Masseria La Maviglia”, pubblicato dalla nostra rivista e cui rinviamo per i dettagli del progetto e i relativi aspetti critici, sia ambientali che paesaggistici.
Da ricordare che la proprietà ha utilizzato le procedure previste dalla ZES UNICA Sud (Zona Economica Speciale Unica per il Mezzogiorno) per ottenere, lo scorso 13 settembre, l’Autorizzazione Unica Ambientale che, secondo quanto previsto dalla legge istitutiva della ZES, “sostituisce ogni altra autorizzazione, approvazione e parere comunque denominati e consente la realizzazione di tutte le opere, prestazioni e attività previste nel progetto”.
E qui nascono i problemi, non solo con la Regione Puglia ma anche con la Soprintendenza e lo stesso Comune di Maruggio che, nonostante gli iniziali entusiasmi, ora è costretto a confrontarsi con disposizioni che esautorano la propria potestà.
Ed è proprio questo lo spirito di questa legge, quello di contingentare i tempi di approvazione dei provvedimenti in maniera estremamente rigida, contratta nel tempo, tali da garantire in toto gli interessi dell’impresa a danno di una regolare e ponderata valutazione dei progetti in essere.
La legge istitutiva della ZES si manifesta come un dispositivo centralizzato, predisposto dal Governo, che comprime o addirittura annulla le prerogative delle amministrazioni pubbliche territoriali (Regione, Provincia, Comune e Soprintendenza). L’Autorizzazione Unica Ambientale della ZES, nella vulgata del Governo e dell’impresa, spazzerebbe via ogni forma di verifica e controllo delle compatibilità ambientali, paesaggistiche e sociali del progetto approvato.
Ci sembra davvero troppo!
E infatti, opportunamente la Regione Puglia ha fatto notare che l’autorizzazione ministeriale è carente della verifica di assoggettabilità alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), obbligatoria per progetti dell’entità del resort la Maviglia e attribuita in toto proprio all’ente regionale.
L’omissione della VAS spazzerebbe via il coinvolgimento delle popolazioni locali che, anche attraverso i loro amministratori, dovrebbero essere opportunamente informate, prendere visione della documentazione proposta, presentare eventuali osservazioni e monitorare l’andamento del progetto al fine di controllarne gli effetti ambientali significativi.
A questo punto si apre un’altra questione, più generale, che spesso viene elusa e che potrebbe invalidare lo spirito stesso della ZES. Si tratta di capire se le norme relative al rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) siano in grado di incidere sulle attribuzioni degli enti locali, costituzionalmente garantite, quali quelle in maniera urbanistica, su cui la Regione Puglia intende, giustamente, far valere le sue prerogative.
Non si tratta quindi di semplici “cavilli burocratici” che impedirebbero l’attuazione di progetti considerati “innovativi e portatori di nuova occupazione”. È in questo modo che certa stampa locale banalizza polemicamente questioni che, secondo noi, sono centrali sia per l’interesse delle popolazioni locali che per la tutela e la salvaguardia dei beni storici, naturali e paesaggistici del proprio territorio.
Il resort della Maviglia che si estende su 202 ettari, con i suoi 75 ettari di campi da golf, villette, suite, eliporto, piscine, laghetti e vari giochi d’acqua, notoriamente povera di acqua, non può e non deve passare inosservato.
Corriamo il rischio di una profonda e irreversibile alterazione di un’area di uliveti secolari, boschi, dune costiere, singolarità architettoniche storicamente consolidate che andrebbero valorizzate, certo, ma solo nel senso di una radicale e sostanziale riqualificazione dell’intera fascia costiera ionica.
Ci auguriamo che il progetto, portato a conoscenza da media e blog indipendenti, venga bloccato prima di ogni intervento preliminare.
Redazione
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