Grandi opere e riorganizzazione delle ferrovie, disagi per chi ci lavora e chi viaggia, guadagni per pochi, propaganda per Salvini

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Il 16 gennaio di quest’anno ad Arezzo c’è stato un Consiglio comunale aperto a interventi di cittadini e associazioni per discutere sulla realizzazione della stazione AV “Medioetruria” e di dove situarla.

È stata l’occasione per i lavoratori della manutenzione di RFI (Rete ferroviaria italiana) di denunciare il pessimo accordo stipulato il 3 giugno scorso per la riorganizzazione del servizio della manutenzione. Sotto rilanciamo il comunicato che non hanno potuto leggere direttamente perché ai lavoratori delle ferrovie è proibito criticare o anche parlare della loro azienda, e hanno quindi dovuto delegare un collega in pensione.

Quello che salta all’occhio subito è la consequenzialità fra l’accordo del 3 giugno 2024, per la riorganizzazione del servizio di manutenzione, e l’inizio dei gravi disservizi anche sulle linee ad alta velocità; forse si tratta di puri casi assieme alla antica parsimonia di investimenti nel settore manutenzione e la folle generosità nel realizzare grandi opere, spesso inutili o addirittura irrealizzabili.

Fatto sta che l’accordo contestato vede un peggioramento delle condizioni dei lavoratori con il sempre maggior ricorso a privatizzazioni, ricorrendo sempre più a ditte esterne dove la preparazione del personale non è sempre ottimale. Il peggioramento delle condizioni di lavoro nel settore non è solo un problema per le maestranze, ma aumenta notevolmente lo stress, la stanchezza e quindi i rischi per tutti, lavoratori e viaggiatori. Gli effetti di esternalizzazioni sono ben riassunti dagli ultimi tragici incidenti come quello di Pioltello (3 morti), Brandizzo (5 morti), Livraga (2 morti).

Quanto alla proposta di nuova stazione AV chiamata Medio Etruria c’è solo da chiedersi che senso abbia spendere centinaia di milioni di euro per realizzare una stazione lontana più di 13 km dalla città di Arezzo quando si ha una ferrovia veloce con un raccordo efficiente che porta i treni in centro ad Arezzo. Per rispondere a questa domanda ci vorrebbe più uno psicologo sociale che non un trasportista.

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MEDIOETRURIA & RIORGANIZZAZIONE RFI: DISAGI PER TANTI, GUADAGNO PER POCHI, PROPAGANDA PER SALVINI

Decidere di intervenire come ferrovieri in contesti pubblici è una scelta sempre più difficile: il solo aprire bocca è inviso alla dirigenza di RFI che ha responsabilità precise sul dissesto dell’infrastruttura ferroviaria dal 3 giugno del 2024 ad oggi.

La riorganizzazione della manutenzione che ci hanno imposto da questa data, può essere considerata un vero e proprio attacco al diritto alla mobilità e alla sicurezza dei viaggiatori, in quanto la manutenzione stessa, viene boicottata per il fine ultimo di massimizzare gli introiti. Chi usa il treno come mezzo di trasporto se ne sarà accorto.

Nella stessa logica si inserisce secondo noi la costruzione di Medioetruria:

Il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini non perde occasione per schierarsi a sostegno di quella che pare l’ennesima infrastruttura che offre ai soliti “noti” grandi opportunità di guadagno, anziché essere utile alla comunità che dovrebbe usufruirne.

La stazione Medioetruria non dovrebbe essere una priorità per quanto riguarda i collegamenti ferroviari in una zona dove il traffico pendolare, diciamocelo, meriterebbe ben altri interventi, ma è utile a drenare risorse che dovrebbero essere al servizio dei cittadini, verso gli interessi di chi non ha scrupoli a costruire anche una cattedrale nel deserto che non migliorerà la qualità e la frequenza del servizio.

Se scegliamo di intervenire in questo contesto è perché riteniamo sia dovere di tutti vigilare su queste speculazioni che giocano sui bisogni delle persone tenendole sempre fuori dai benefici che certe opere dovrebbero offrire.

Troviamo quindi molte similitudini con la riorganizzazione della manutenzione RFI: si assiste ad operazioni che favoriranno interessi che non sono dei lavoratori e tanto meno di chi a vario titolo usa il treno.

Dal canto nostro oramai è un anno che lottiamo contro questa riorganizzazione, e riteniamo che il miglior modo per farlo sia essere presenti ovunque certe logiche si riproducano.

Un’ultima cosa che vorremmo dire al termine di questo breve intervento è che, se abbiamo scelto questa modalità, è per denunciare il silenzio che accompagna certi processi e come, da lavoratori, siamo sempre più spesso costretti a subire pressioni omertose che dovrebbero ridurci al silenzio.

ANLM – Assemblea Nazionale Lavoratori della Manutenzione RFI

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