La deregolamentazione ambientale – Stop TTIP #6

  • Tempo di lettura:5minuti
image_pdfimage_print

HILARY_IT_FINAL_WEB

Scopriamo attraverso la pubblicazione del saggio di John Hilary il lavorio segreto che chi governa l’Europa (e gli Stati Uniti) sta compiendo per la deregolamentazione di commercio e investimenti a vantaggio dei profitti delle grandi imprese transnazionali e a svantaggio della democrazia e dei nostri diritti, a partire da quelli occupazionali e ambientali, della sicurezza del cibo senza tralasciare la privatizzazione di sanità e istruzione.

Buona lettura e buona diffusione


IL PARTENARIATO TRANSATLANTICO PER IL COMMERCIO E GLI INVESTIMENTI: UNA CARTA PER LA DEREGOLAMENTAZIONE, UN ATTACCO AI POSTI DI LAVORO, LA FINE DELLA DEMOCRAZIA

di John Hilary*

Tutti gli articoliIntroduzione | Che cosa è il TTIP | Non trasparente e antidemocratico | La minaccia ai posti di lavoro | La deregolamentazione della sicurezza alimentare | La deregolamentazione ambientale | L’attacco ai servizi pubblici | La sfera privata a rischioUna crescente resistenza


La deregolamentazione ambientale

La Commissione europea ha riconosciuto apertamente che il TTIP aggraverà l’impatto sull’ambiente, poiché “qualsiasi scenario” si profili congli scambi futuri tra EU e USA sotto il TTIP, esso porterà un aumento della produzione, dei consumi e del traffico internazionale di merci. La valutazione d’impatto della Commissione stessa fa notare inoltre che questo aumento di produzione farà sorgere a sua volta “pericoli sia per le risorse naturali che per la conservazione della biodiversità”. (33) Riguardo alle emissioni di gas serra, la Commissione afferma che secondo le prognosi migliori del TTIP la quantità di CO 2 presente nell’atmosfera aumenterà di 11 milioni di tonnellate, sfidando così gli impegni presi dall’EU per la riduzione delle emissioni con il Protocollo di Kyoto. (34) Nonostante ciò nessuna di queste osservazioni ha indotto la Commissione a rimettere in discussione il suo appoggio al TTIP.

Per prima cosa il TTIP minaccia di indebolire le normative fondamentali sull’ambiente all’interno dell’EU, note per garantire livelli di sicurezza molto più elevati rispetto a quelli statunitensi. La normativa più rilevante in materia è il regolamento di gestione delle sostanze chimiche REACH, introdotto nel 2007 al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente dalle sostanze tossiche utilizzate nella produzione industriale o in altri processi. (35) Il REACH si basa sui principi precauzionali già descritti nel capitolo precedente e richiede all’industria di provare che una sostanza chimica sia sicura, prima che venga certificata per uso commerciale. Per contro, la legge USA, la Toxic Substances Control Act del 1976 (TSCA, Legge sul controllo delle sostanze tossiche), richiede all’autorità pubblica di provare la dannosità di una sostanza chimica prima di ostacolarne

l’uso. Essa rifiuta inoltre qualsiasi limitazione al principio secondo il quale le disposizioni devono essere il “meno restrittive” possibile. (36) Grazie alla TSCA, la US Environmental Protection Agency (Agenzia statunitense di protezione ambientale) è riuscita ad introdurre controlli solo per sei delle 84.000 sostanze chimiche messe in commercio negli Stati Uniti dal 1976 ad oggi. Un sistema così lassista ha conseguenze immediate che espongono la popolazione a rischi per la propria salute: per esempio, mentre l’UE vieta l’uso di 1200 sostanze per la produzione di cosmetici, gli USA ne vietano solamente una dozzina. (37)

Gruppi di interesse pubblico e ambientale negli USA hanno lottato a lungo per sostituire la TSCA con una nuova normativa sull’esempio del REACH. (38) Per contro gruppi lobbystici industriali si sono opposti rigorosamente ai requisiti europei di sicurezza e stanno cercando di usare il quadro di deregolamentazione TTIP per “armonizzare” il REACH con le normative più permissive degli USA. La Commissione europea riconosce un’incompatibilità di base tra gli approcci europei e quelli americani, ma sta ancora cercando di raggiungere una possibile “convergenza normativa e l’adeguamento nel settore dei prodotti chimici” da parte dei suoi partner industriali. (39) Le imprese europee sono ben liete di riunire le forze e di servirsi del TTIP per eliminare le normative ambientali comunitarie, accusate di porle in condizioni di svantaggio sleale rispetto ai concorrenti del mercato globale.

Altre importanti normative ambientali sono minacciate dal programma di deregolamentazione TTIP. I requisiti di sostenibilità della Renewable Energy Directive (Direttiva europea sulle energie rinnovabili) sono stati presi di mira dai produttori di agrocarburanti statunitensi, propensi semmai ad “armonizzare” le normative comunitarie con i bassi standard degli USA. Il governo americano si sta avvalendo del TTIP per minare la Fuel Quality Directive (Direttiva europea sulla qualità dei carburanti) in modo da facilitare alle raffinerie americane l’esportazione verso l’Europa di petrolio estratto dalle sabbie bituminose del Canada, con conseguenze devastanti per l’ambiente. (40) Inoltre il TTIP aprirebbe le porte a esportazioni in massa del gas di scisto americano verso l’Europa. Ciò porterebbe a un aumento delle estrazioni per fratturazione idraulica (fracking) negli Stati Uniti e, allo stesso tempo, consentirebbe alle compagnie statunitensi di sfidare i divieti di fracking in Europa – proprio come la società energetica americana Lone Pine Resources si sta servendo del regolamento NAFTA per fare causa al governo canadese, responsabile del blocco del fracking nel Québec. (41)


33. “Impact Assessment Report on the future of EU-US trade relations”, Strasburgo: Commissione europea, 12 marzo 2013, sezione 5.8.2.
34. Ivi, sezione 5.8.1.
35. Regolamento UE Nr. 1907/2006, Registration, Evaluation, Authorisation and Restriction of Chemicals (REACH), 18 dicembre 2006
36. “Submission of Centre for International Environmental Law (CIEL) before US Senate Committee on Finance hearing on the Transatlantic Trade and Investment Partnership”, Washington DC: CIEL, 30 ottobre 2013; vedi anche ‘Chemical Regulation: Comparison of US and Recently Enacted European Union Approaches to Protect against the Risks of Toxic Chemicals’, Washington DC: Government Accountability Office, agosto 2007.
37. Kim Egan, “Is Europe the New America?”, Saltbox Consulting, 24 settembre 2013.
38. La nuova legge, Chemical Safety Improvement Act, attualmente discussa al Congresso non riesce a contestare l’approccio TSCA ‘basato sul rischio’; vedi per esempio Karuna Jaggar, “The Chemical Safety Improvement Act Falls Short: Open Letter to Congress”, Huffington Post, 12 novembre 2013.
39. “Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP): Note for the attention of the Trade Policy Committee”, Bruxelles: Commissione europea, 20 giugno 2013; Allegato II: “Chemicals in TTIP”.
40. Kate Sheppard, “Michael Froman, Top US Trade Official, Sides With Tar Sands Advocates In EU Negotiations”, Huffington Post, 24 settembre 2013.
41. “Lone Pine Resources files outrageous NAFTA lawsuit against fracking ban”, comunicato stampa congiunto di Sierra Club e Council of Canadians, 2 ottobre 2013.

The following two tabs change content below.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *