“Resistenza Casa”, lo sportello per chi a Firenze è sotto sfratto

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Secondo gli ultimi dati dal Tribunale a Firenze escono più di 50 convalide di sfratto a settimana. Il 98% per morosità. “Nell’area metropolitana fiorentina i numeri sono devastanti, con 15mila famiglie a rischio. 5mila sono già sotto sfratto, le altre impiegano il 50% del reddito per pagare l’affitto”, aveva spiegato alcuni mesi fa Laura Grandi, segretaria regionale del Sunia.

Questo articolo di Beatrice Montini apparirà sul numero di febbraio di Fuori Binario, il giornale dei senza dimora fiorentini. Per conoscere il mensile e sostenerlo visita il sito www.fuoribinario.org 

Di fronte a una cosiddetta “emergenza casa” che ormai non possiamo più definire “emergenza” ma un dato di fatto cronicizzato (e irrisolto), si aggiungono anche numeri difficili da comprendere: solo a Firenze sono oltre 700 gli alloggi Erp (cioè di edilizia popolare) non assegnati. Vuoti. E in tutta la toscana sono circa 3.600. “Quando, ad esempio, un inquilino anziano muore – ci spiega Duccio Vignoli dello Sportello solidale Resistenza casa – l’alloggio da lui occupato viene subito sigillato e non riassegnato. La difficoltà, ci dicono, sia quella della mancanza di fondi per la ristrutturazione. Ma almeno per le case più nuove, basterebbe una sistemata, un’imbiancatura e invece così il problema diventa sempre più grande, perché col passare del tempo la situazione in un appartamento chiuso e disabitato non può che peggiorare. E tutto questo di fronte a un numero sempre crescente, purtroppo, di famiglie che non sono più in grado di pagare l’affitto”.

Secondo Sunia e Cgil l’emergenza abitativa in Toscana è diffusa su tutto il territorio ed è, ovviamente aggravata dalla crisi economica degli ultimi anni. Sempre secondo le analisi, dagli anni Ottanta, in tutta Italia, le richieste di sfratto sono aumentate del 111%, di cui il 136% per morosità e gli sfratti eseguiti sono cresciuti quasi del 50%. “Lo stato di precarietà lavorativa ed economica delle famiglie toscane in affitto – spiegano – unito alla difficoltà di canoni sempre troppo alti rispetto alla minore capacità di reddito (circa il 49% dello stipendio va nel canone) e alla insufficiente disponibilità di abitazioni di edilizia pubblica, ha portato a 175mila il numero delle famiglie in crisi abitativa in Toscana: il 30% sono lavoratori dipendenti, il 15% cittadini che lavorano irregolarmente e il 23% commercianti/partite iva”.

Lo sanno bene i volontari dello Sportello solidale resistenza casa che ha aperto diverse sedi a Firenze e provincia. “Sono sportelli inizialmente di ascolto delle diverse storie delle persone che, per lo più, si rivolgono a noi per sfratti legati a morosità incolpevole, dovuta alla perdita del lavoro, o a difficoltà economiche di vario genere e quindi all’impossibilità di pagare l’affitto. In sintesi facciamo un’opera di indirizzamento e di informazione sul da farsi perché non sono persone che potremmo definire “nate povere” ma che si trovano adesso in questa situazione”.

Il primo passo – ci spiega ancora Duccio Vignoli – è quello di iniziare il percorso istituzionale, rivolgendosi all’assistente sociale e all’Ufficio Case del Comune e quindi avviare l’iter per il riconoscimento della morosità incolpevole ed eventualmente accedere ai fondi che vengono dati per dare respiro alle famiglie colpite.

Poi se lo sfratto è in atto inizia anche l’appoggio di un gruppo solidale di persone a cui partecipano associazioni e movimenti (dallo Sportello al Movimento di lotta per la casa a Via del Leone etc). Il gruppo solidale il giorno previsto per lo sfratto non lascia la famiglia da sola. “Si tratta di persone – continua Duccio- a cui il Comune non ha dato ancora risposta o che hanno bisogno di più tempo. Se allo sfratto è presente la forza pubblica cerchiamo di essere presenti in diversi in modo che il rapporto di forza sia sbilanciato verso la famiglia e sia possibile un’azione di mediazione tra l’avvocato che rappresenta i proprietari e l’agente giudiziario. Anche perché – sottolinea – le famiglie sotto sfratto vogliono lasciare l’abitazione e il nostro intervento serve solo a garantire che ci sia un passaggio da tetto a tetto e non finiscano invece in strada.”

Un obiettivo non sempre facile da raggiungere anche perché, spesso, quando si stratta di nuclei familiari sotto sfratto magari con figli minori, accade che il Comune fornisca come alternativa di passaggio dei luoghi dove la madre e i figli minori vengono divisi dal padre e da eventuali figli maschi maggiori. “Questo perché gli appartamenti disponibili sono quasi sempre delle case protette dei centri antiviolenza per le donne. Insomma – conclude Vignoli – visto che non ci sono stati investimenti specifici su questo tema, si sta semplicemente tirando la coperta che è sempre più corta. Per questo chiediamo da tempo a Comune e Case spa un censimento degli immobili sfitti disponibili. Le possibilità sono diverse, prima fra tutte quella dell’auto recupero. Prima del Covid era stata presentata anche una mozione in Consiglio comunale ma poi si è fermato tutto”.

Di fronte a una situazione sempre più difficile, è arrivata poi un’ulteriore mannaia: la Legge di Bilancio appena approvata dal governo Meloni ha azzerato i fondi per il contributo all’affitto e alla morosità incolpevole. Risultato: in Toscana – spiegano ancora Cgil e Sunia – non arriveranno 20 milioni di euro e 22mila famiglie non riceveranno più l’aiuto per pagare i canoni di locazione. “Le richieste di contributo sono ogni anno più di 3mila solo a Firenze e il Comune riesce a far fronte alla maggior parte delle domande prevedendo risorse proprie. Alle nostre sedi iniziano ad arrivare le prime telefonate preoccupate delle persone che solo grazie a questo strumento riuscivano a corrispondere l’affitto. Si assisterà quindi – concludono- ad un aumento di sfratti per morosità, in aggiunta alle circa 10mila esecuzioni pendenti nella regione”.

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