L’ecologia ha perso ogni alterità al modello di sviluppo dominante (monsieur le capital) ed è diventata “come Cenerentola riscattata dal principe, ad indossare le più belle vesti del guardaroba del padrone” , scriveva Dario Paccino nel suo L’imbroglio ecologico“, pubblicato nel 1972, ma ancora estremamente attuale, di cui non a caso abbiamo di recente riproposto l’Introduzione ne La Città invisibile.
Qui ci occupiamo di ecologia conflittuale, recensendo il decimo quaderno dell’Italia ANTIMODERATA, intitolato Dario Paccino. Dall’imbroglio ecologico alla crisi climatica.‘ E’ composto da testi di Fabrizio Bertini, Maurizio Da Re, Giorgio Ferrari, Vincenzo Miliucci e Giorgio Nebbia, curato da Maurizio Da Re e Antonio Schina. Un volume agile, molto denso e dalle conclusioni spesso amare, che parla di ecologia conflittuale e ripropone per il presente un pensiero che non ha perso di attualità: “un pensiero coerente, lungo, forte, dotato di visione e lucidità, capacità di costruire reale antagonismo […] come un’offensiva al potere guerrafondaio dominante”, si legge nella Prefazione.
Chi era Dario Paccino (1918-2005)? Uno scomodo intellettuale militante, “ecologo inquieto” sempre dalla parte degli ultimi, giornalista, scienziato sociale, scrittore di testi profetici ma ancorati alla realtà, a distanza siderale dall’allora PCI, un pilastro della vertenza antinucleare, insieme all’indimenticato Angelo Baracca, anticonformista e antimoderato. Paccino fa parte di quella schiera di “scrittori e pensatori irregolari, espulsi o quasi dallo spazio pubblico intellettuale italiano […] che, a partire dagli anni ’50, ’60 del ‘900, hanno in comune alcuni fondamentali elementi metodologici: “Sono antimoderati coloro che credono e praticano la fedeltà di classe, il primato del soggetto-classe sul predicato partito […] Sono antimoderati coloro che provano a sperimentare nuove teoriche e pratiche, fuori da quella che è la posizione consolidata […] Sono antimoderati coloro che hanno la coscienza e la capacità di opporsi a chi vorrebbe depotenziare sempre e comunque tutte le espressioni di antagonismo e autonomia dei ceti subalterni, tutte le posizioni di riflessione culturale e politica che non si ritrovano in questa linea di pensiero,” dalla seconda di copertina.
Da partigiano militò nelle brigate Matteotti, con il nome di Santi: “mai appagato dalle ‘postazioni’ raggiunte, sia personali che collettive. “Mai una volta che tu sia contento”, gli scrive in un biglietto Giulio Maccacaro durante il loro viaggio in Cina […] Paccino era furioso contro il prodotto più specifico dell’accumulazione capitalistica e del suo arsenale sociotecnologico: il deserto materiale e spirituale” scrive Fabrizio Bertini, uno degli autori di questo quaderno.
L’ecologia senza lotta di classe è un imbroglio, è come Cenerentola che fa giardinaggio
Dall’Introduzione: “ Il rispetto dell’uomo e della natura è strutturalmente incompatibile con il modello di sviluppo capitalistico.” Perché l’ecologia se dentro la logica capitalista gioverà ai ricchi impoverendo ancora di più i poveri. “Cambiamo il sistema non il clima” recita uno fra i più indovinati slogan dei giovani di Fridays For Future (FFF) Italia, che insieme a quelli di Ultima Generazione, accusano i dominanti di lasciarli senza futuro, rischiando arresti e condanne per le loro azioni contro il modello di sviluppo neoliberista.
Così di fronte a questo neoliberismo globalizzato e all’emergenza di movimenti populisti in molti Paesi, non basterà certo cambiare la dieta secondo quanto proposto nel 2019 dalla commissione EAT-Lancet on Food, Planet, Health, https://www.perunaltracitta.org/homepage/2023/05/15/una-dieta-per-la-salute-personale-e-planetaria/per affrontare la più grande minaccia sanitaria per la popolazione mondiale, che è la sindemia di obesità, denutrizione e cambiamento climatico: Global Syndemic of Obesity, Undernutrition, and Climate Change http://dx.doi.org/10.1016/S0140-6736(18)32822-8 Prendiamo come esempio l’obesità, per combatterla è indispensabile agire politicamente a livello internazionale per frenare il potere e l’influenza delle multinazionali, come Big Sugar e Big Food, che prendono di mira incessantemente le popolazioni a basso reddito. Lo faranno Trump, Orban, Lollobrigida e c.?
Murray Bookchin, pioniere dell’ecologismo radicale, trentacinque anni fa, scriveva: “Ho visto i cosiddetti Verdi europei fare continui compromessi con il sistema sociale dominante allo scopo di acquisire “potere”…con l’unico risultato di essere stati progressivamente assorbiti da quello stesso potere che cercavano di trasformare” e aggiungeva “Se non trasformiamo la società in senso libertario, gli atteggiamenti e le istituzioni che ci spingono follemente verso il disastro ecologico continueranno ad operare, nonostante tutti gli sforzi messi in campo per riformare il sistema sociale dominante.”.
Dario Paccino, pioniere della ecologia conflittuale esprime gli stessi concetti nel libro I colonnelli verdi, ma in modo molto più tagliente: “I Verdi stanno al popolo inquinato come i sindacati stanno al popolo salariato, il potere ha lo stesso bisogno dei Verdi quanto ne ha dei sindacati! Ecco perché gli untorelli ecologisti si muovono a loro agio nei galoppatoi del potere, come il PCI lo fa con la Confindustria.”
Mettiamo pannelli solari nei cannoni, mettiamo in discarica parole come sostenibilità, insieme a quella classe dirigente che in Italia e nel mondo, ci sta portando alla catastrofe. “I politici non sanno cosa fare […] Quello che una parte dei politici sa fare bene è il cosiddetto greenwashing” -aggiunge Da Re- cioè dare una pennellata di verde, per fare finta di risolvere i problemi. Fra gli esempi di greenwashing ricorda le cosiddette “Olimpiadi della sostenibilità” (sic!) riferite all’Olimpiade invernale di Milano-Cortina 2026, dove tutte le gare “saranno senza neve naturale e con un incredibile spreco di acqua ed energia, come già accaduto per quelle in Cina”. Un altro esempio di greenwashing è quello dell’ex Sindaco di Firenze Nardella-inceneritorista, a favore del potenziamento dell’aeroporto fiorentino, a favore della costruzione del tunnel della Tav che consiste in due filari di alberi d’arancio nella centralissima via Cavour. Basteranno a combattere le isole di calore?
La corsa agli armamenti
Giorgio Ferrari, nella seconda parte di questo quaderno, cita l’introduzione al Rapporto Brandt del 1980: “Mai prima d’ora è stata in gioco la sopravvivenza stessa dell’umanità; e mai prima d’ora l’umanità è stata in grado di autodistruggersi […] Non c’è dubbio: solo la fine della corsa agli armamenti, che anche nei paesi in via di sviluppo ha raggiunto un ritmo spaventoso, ci darà la possibilità di superare le nostre crisi.” Quello cui stiamo assistendo è invece un aumento senza precedenti delle spese militari, e nuovi conflitti appaiono all’orizzonte, per l’accaparramento delle materie prime, delle fonti d’energia o per il controllo dell’acqua. Il cambio del paradigma energetico, la cosiddetta transizione ecologica, ci sta portando nell’era delle guerre per le materie prime. Scrive Ferrari: la trasformazione “dell’attuale mix energetico in una ‘monocultura’ basata esclusivamente (o quasi) sull’utilizzo di energia elettrica […] alleggerisce l’impatto sull’atmosfera (la neutralità climatica è una chimera) ma si aggrava quello sul suolo, nel mentre si aumenta la disuguaglianza sociale tra nord e sud del mondo verso cui si delinea un perverso neo-colonialismo green […] foriero di incalcolabili costi sociali tra cui va incluso quello di incentivare nuovi conflitti. Le energie rinnovabili infatti in tutte le loro forme, si basano sull’utilizzo di un certo numero di minerali, non a caso definiti strategici, senza i quali la transizione energetica non è realizzabile. Molti di questi minerali non sono nelle disponibilità dell’Occidente, ma in quelle di paesi come Russia e Cina che ne detiene (è il caso delle terre rare, ma non solo) il monopolio.”
L’auspicio dei quaderni dell’Italia ANTIMODERATA, editi dal Centro di Documentazione di Pistoia, è che le idee e gli utensili degli antimoderati possano essere ripresi e usati nel presente per sovvertire le funeste previsioni, e l’incombente sensazione di impotenza. “La conversione ecologica è urgente”, scrive Maurizio Da Re, anche se “oggi sembra una cosa impossibile anche solo da immaginare.”
Fabrizio Bertini et al., Dario Paccino, Dall’imbroglio ecologico alla crisi climatica, Centro di Documentazione di Pistoia, 2024-pg. 103, euro 13
Dario Paccino, L’imbroglio ecologico, L’ideologia della natura, ombre corte, Verona 2021
Murray Bookchin, per una società ecologica, tesi sul municipalismo libertario e la rivoluzione sociale, elèuthera, Milano 2016
Gian Luca Garetti
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