Per un’ecologia anticapitalista del digitale.

Raccogliamo qui una serie di articoli che riprendono il lavoro di “Per una Critica del Capitalismo Digitale”, libro di prossima stampa uscito a puntate proprio su questo spazio. Una sorta di secondo volume che riprende quelle considerazioni e rende conto del peso antropologico e delle trasformazioni che il mondo digitale provoca nel suo essere eterodiretto dagli interessi di tipo capitalistico. Una prosecuzione con un punto di vista più orientato verso le implicazioni ecologiche. Crediamo infatti che i disastri ambientali, il dissesto climatico, la società della sorveglianza, la sussunzione della vita al modo di produzione, siano fenomeni e azioni che implicano una responsabilità non generalizzabile. La responsabilità non è infatti degli umani, nel senso di tutti gli umani, ma della subordinazione a uno scopo: quello del profitto di pochi a discapito dei molti. Il responsabile ha un nome sia quando si osservano gli scempi al territorio e al paesaggio, sia quando trasforma le nostre vite in individualità perse e precarie, sia quando – in nome del decoro o della massimizzazione del profitto– discrimina e razzializza i popoli, i generi, le specie. Il responsabile ha un nome ed è perfettamente riconoscibile: è il capitale in tutte le sue declinazioni e in tutti i suoi aggiornamenti.
Come per gli articoli della serie precedente, ognuno – pur facendo parte di un disegno più ampio – ha un suo equilibrio e una sua leggibilità in sé e là, dove potrebbero servire dei rimandi, cercheremo di provvedere tramite appositi link.

Sanità 4.0. Si salvi chi può

*Per un’ecologia anticapitalista del digitale – parte #12

La quarta rivoluzione industriale – quella digitale – consiste nella fabbrica 4.0 che significa grande importanza della logistica, produzione just in time. Parcellizzazione ulteriore delle fasi produttive da poter quindi più semplicemente … Leggi tutto

Shine o Shining

Come dice Nicholas Carr, le piattaforme sono nel business della distrazione. Che è il volto, poco umano, di quella che chiamiamo pubblicità. Ma non è che la pubblicità ci distragga – una componente in questo senso comunque esiste – è … Leggi tutto