Come la Francia e l’Europa continuano a colonizzare l’Africa

Emmanuel Macron e Alassane Ouattara, presidente della Costa d’Avorio, hanno annunciato sabato 21 dicembre, ad Abidjan, una « riforma storica » del franco CFA d’Africa dell’Ovest – ovvero di 8 paesi membri dell’Unione economica e monetaria dell’Africa dell’Ovest (Uemoa): Bénin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinée-Bissau, Mali, Niger, Sénégal e Togo. Una moneta creata 70 anni fa, chiave di volta della « Françafrique » e simbolo della permanenza dei legami della Francia con le sue (ex-)colonie dell’Africa occidentale e centrale.

I due presidenti hanno annunciato diversi cambiamenti nel funzionamento del franco CFA dell’Uemao: le sue riserve di cambio non dovranno più essere depositate per metà a Parigi al Tesoro francese; non ci saranno più rappresentanti francesi nelle istanze dell’Uemoa, tra cui il consiglio d’amministrazione della sua Banca centrale, la Bceao; la moneta non si chiamerà più « franc CFA » ma « eco ».

La riforma, che dovrebbe avvenire entro la metà del 2020, mira a far tacere la contestazione crescente che negli ultimi anni è stata portata avanti da parte di economisti e militanti di sinistra, circa il rapporto neo-coloniale della Francia con i paesi africani, e gli effetti economici e sociali negativi del franco CFA in Africa occidentale e centrale. L’operazione vuole affermare una maggiore indipendenza dei paesi in questione rispetto al loro magnanimo (ex-)colonizzatore.

In realtà, però, i legami non sono stati per niente tagliati, visto che la parità fissa con l’euro sarà mantenuta – un legame considerato da molti economisti come un grande handicap per le economie africane. Inoltre, un nuovo « accordo di cooperazione monetaria » è stato annunciato tra la Francia e l’Uemoa, accordo del quale non si sa ancora niente ma che lascia pensare che la Francia intenda mantenere un ruolo privilegiato con questi paesi.

Sopratutto, questa riforma, preparata in segreto dai due paesi senza passare dai rispettivi parlamenti, mira ad insabbiare il progetto di moneta unica della Comunità economica degli Stati d’Africa dell’Ovest (Cedeao), di cui fanno parte i paesi dell’Uemao e altri 7 paesi. I 15 paesi della Cedeao avevano previsto di lanciare una moneta unica indipendente dall’Europa nel 2020 che si sarebbe dovuta chiamare – curiosa coincidenza – « eco »…

Non a caso il tema era emerso anche nelle rivendicazioni dei gilets gialli, che l’anno scorso avevano adottato una carta in cui figurava un punto che chiedeva di porre fine al sistema del franco CFA, che costringe l’Africa alla dipendenza e alla povertà, e di tessere legami da pari a pari con i paesi africani.

Senza ripensare radicalmente i rapporti internazionali, non è possibile nessuna giustizia economica e climatica.

*Aurélie Dianara